Despacito

La stagione fredda va detto porta almeno a me, riflessione e consiglio. Mai come quest'anno in questi mesi invernali, mi sono ritrovato a guardare indietro l'estate con occhio critico, valutando e soppesando.
Tra le varie cose, la comprensione di essere finito nella trappola del Despacito ma fino a qui tutto bene, il problema è stato non essere riuscito a venirne fuori.
Il caldo, l'estate, il ritmo della latinità, la sonorità leggera e ammiccante che tutto trasforma in tropicale, hanno preso il sopravvento anche su di me. Mi ritengo un'uomo di sani principi musicali, eppure (mea culpa) mi era dolce in qualche modo che ora non mi spiego crogiolarmi nella ciondolante cadenza reggaeton del Despacito e dei suoi affini.
Adesso con la mente lucida, penso, ma quanti despaciti devono entrare nelle mie orecchie prima che mi possa ribellare? Quale ottenebrante potere o quale atavica debolezza mi ha colpito?
Domande che non trovano risposta.
Oggi però la mente è fredda e la visione è chiara. Oggi possiedo conoscenza del fenomeno e strumenti per vincerlo, ritrovo una via fatta di suoni familiari ed ecco che di nuovo è un dolce crogiolarsi, ma stavolta sono certo che mi ci posso anche abbandonare e lentamente andare avanti a porgermi delle scuse...

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