Il giusto posto delle cose, Sansonetti e l'Unità..

Quando ho visto la riapertura dell'Unità ero ignaro di tutto e per un secondo e dico un secondo ho gioito, quando poi ho subito realizzato che non andava, c'era uno sbaglio, e c'era eccome.

Riaprire un quotidiano come l'Unità con nome originale e tutto quello che ne consegue a livello di evocazione nell'immaginario collettivo, sul piano dei ricordi, e il rischio di fare un buco nell'acqua tornando nel 2023 era già alto. Tuttavia la direzione affidata a uno come Sansonetti con la benedizione del Papa ha suonato come vera tragedia, come se le Brigate Rosse avessero adottato come organo d'informazione Famiglia Cristiana.

Il paradosso del paradossale assolutamente indigesto. Il posto giusto per Sansonetti è ovunque tranne che alla direzione dell'Unità, ma non decido io, e mi restano solo disgusto e amarezza per l'ennesima violenza perpetrata al Partito Comunista Italiano che è stato il più importante di tutto l'occidente. 

Un entità che è stata fatta a pezzi dall'interno nel corso degli anni, e viene ancora vessata e violentata per quel poco che ne rimane ancora oggi, come se non bastasse mai, come se una cenere ancora calda potesse riprendere fuoco e danneggiare la fasciocrazia che a vari livelli di espressione e manifestazione si è infine materializzata nel governo odierno.

Rimane la lotta per diritti uguaglianza e solidarietà, gomito a gomito, metro dopo metro, giorno dopo giorno trincerati nell'ultima battaglia per non perdere quel poco che è rimasto vivo e per riconquistare quel che si è già perso nella palude degli ultimi settant'anni. Io ci credo ancora.

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